La Stanza del Capo ufficio viene investita dagli ultimi
fiochi raggi di luce che a loro volta trovano le persiane della finestra come
ulteriore ostacolo che getta ombra all’interno del locale. Un luogo usuale, che
ha semplicemente una scrivania con tre sedie, una per il Capo, che siede
ovviamente nella parte interna del
mobile, le altre due per gli eventuali ospiti che se ne stanno a debita
distanza, oltre che sono in altezza più basse di quella del Capo, solo è difficile notarlo, poiché il “Grande Leader” ha
studiato tutto in modo da non darlo a vedere. Sul ripiano della scrivania c’è
una pianta di crisantemo di plastica, che da un’immagine davvero lugubre sia
della stanza in sé che del suo proprietario, ma nessuno si è mai sognato di
porre la domanda del perché di questa presenza.
L’ufficio, essendo Venerdì sera, è stato ormai
abbandonato dal dominio umano fino al Lunedì mattina, perciò tutto questo gioco
di interpretazioni prettamente umane, viene a cessare per dare spazio al vuoto
più assoluto.
Ma è davvero così vuoto l’ambiente?
Ecco che in uno degli angoli vicino a una delle finestre che
uno scarafaggio è intento a raccogliere delle molliche sfuggite alla scopa
della donna delle pulizie, i maledetti angoli per chi pulisce, possono essere
la gioia degli insetti.
Ecco che un bel ragno della sottospecie degli Araneomorfi
sta calando dall’alto del soffitto con un filo di ragnatela bello lungo. Sembra
uno speleologo che si stia addentrando in una grotta, anche se il suo intento è
semplicemente quello di cambiar casa e capita giusto a proposito, dato che
l’assenza dell’uomo gli impedirà di certo di venire schiacciato una volta
raggiunto il pavimento. Il rischio maggiore è rappresentato giusto dallo
scarafaggio, ma lui non né è a conoscenza.
Mentre il ragno compie la sua impresa, una delle sue
potenziale vittime, una falena, si alza in volo dal muro attratta dalla luce
del faretto posizionato all’esterno, vicino la finestra, ma c’è il vetro a
frapporre la falena dal suo obiettivo di luce.
La giornata del minimondo si chiude così, lasciando
spazio ad una serata avara di nuove attività.
Durante la notte non succede nulla, eccezion fatta per la
resa effettuata dalla falena, esausta dei suoi tentativi infruttuosi.
Durante la prima mattinata di sabato scopriamo che il
ragno si sta impegnando a costruirsi una nuova casa esattamente all’angolo
opposto dell’abitazione precedente, è un’impresa faticosa dato che l’aracnide è
imprenditore, architetto e ingegnere di sé stesso.
Lo scarafaggio è sparito dalla circolazione, così come la
falena se ne sta sul muro immobile, aspettando il suo orario (Altro che un
giorno di vita, lei punta a superare le aspettative).
Si aggiungono come nuovi arrivati un piccolo gruppo di
formiche che devono aver fiutato dei residui di cibarie sopravvissuti sia alla
furia devastatrice della scopa che alla fame dello scarafaggio, stanno entrando
dalla fessura lasciata dalle finestre, che sono di vecchia fabbricazione di
legno, tra il battente e il davanzale.
Ecco che dei resti
di PlumCake vengono scovati e raccolti vicino la sedia del Capo da parte di
questi improvvisati BoyScout, che formano una fila indiana invidiabile persino
da dei militari in marcia.
Nel frattempo accade qualcosa che il microcosmo non ha
provocato: una pila di registri presente sulla scrivania viene a cadere come un
palazzo demolito con degli esplosivi, uno dei registri colpisce con una sorta
di sciabolata il sottovaso della pianta di falso crisantemo, spostando il vaso
intero di qualche centimetro, miracolosamente senza farlo cadere per terra. I registri hanno
creato peso in eccesso e non erano stati impilati con precisione, un lascito
involontario di azione umana che invade senza stravolgere il regno naturale.
Il ragno nel frattempo ha ultimato la sua nuova
abitazione, che non vede l’ora di inaugurare invitando degli ospiti come cena.
Durante il resto della giornata nessuna nuova grande
azione viene svolta e anche la notte presenta giusto il ritorno dello scarafaggio
che adesso, per via della visita delle formiche, ha ancora meno cibo a
disposizione.
Viene la Domenica, ultimo giorno disponibile per il
Micromondo di potersi esprimere in assoluta libertà, prima di dover lasciare il
posto agli umani che il giorno dopo torneranno a reclamare il loro possesso per
altri 5 giorni.
La Falena, oramai priva di vita, se ne sta immobile sul
muro in attesa che la donna delle pulizie la stacchi e la butti via nella
spazzatura, lo scarafaggio è sparito nuovamente mentre il ragno si gode un po’
di meritato riposo sulla sua ragnatela.
Qualcosa scuote la tela con affanno, il ragno si sente
improvvisamente sballonzolato come se ci fosse una folata di vento che gli stia
portando via la casa in stile Mago di Oz.
L’aracnide è sconcertato e non sa cosa fare, prova a
spostarsi ma la presa è resa difficile dai movimenti bruschi della sua
ragnatela che è smossa non si sa bene da cosa. Si sente uno sbattito concitato
di ali, è un insetto intrappolato nella tela, ma come fa ad avere tutta questa
forza?
Accidenti! Si tratta di un calabrone. Un ospite veramente
indesiderato per l’Araeneomorfo. Ora deve vedersela con questa furia, la quale
non si aspettava di incombere sulla casa di qualcun altro, e che punta
minacciosamente quel suo pungiglione pronto a dare il benservito a chiunque
possa trovarsi nel suo raggio d’azione. Il ragno prova a spostare le sue
zampette per muoversi e si ritrova con alcune zampe senza appiglio e alla fine
rimane appeso alla sua tela solo per una zampa. Gli strattoni violenti della
Vespa sono troppo forti perché questa situazione possa durare a lungo, così il
povero ragno, scampato alla puntura velenosa, viene scaraventato per terra
dalla forza della Vespa crabro che lo
stacca dal suo appiglio.
Il ragno, che era a buon diritto un abitante fisso di
questa stanza, non sopravvive a questo tragico evento.
La Vespa riesce a liberarsi distruggendo completamente
l’ex dimora dell’Aracnide e continuerà a girare per un bel po’ in questo
ambiente per lei lontano da ogni forma di nutrimento.
Così la Domenica passa con il suo bel po’ di
stravolgimenti accaduti, ma che l’Uomo dall’alto del suo mondo non noterà, se
non per la presenza del cadavere di una falena, per la vespa che cercherà di
uccidere o nel migliore dei casi di scacciare e per la pila di registri caduti.
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